L'ALTRA MACCHINA

Illustrare il rapporto tra i primi passi della fotografia e un con- testo industriale avanzato come fu il Biellese del XIX secolo è per la Fondazione Sella un atto importante per la centralità di entrambi i temi nell’articolato insieme di contenuti dei nostri archivi.

Permette di mettere in luce non solo la ricchezza delle nostre collezioni fotografiche ma anche la rilevanza storica e culturale del luogo in cui la Fondazione ha sede, chiamato ancor oggi Lanificio Maurizio Sella, e dei suoi protagonisti: l’acqua che scorre lungo le sue rive e che ne ha costituito a lungo la principale forza motrice, le attività produttive dei secoli passati – mulini, ferriere, cartiere fino alla svolta verso la moderna industria tessile – e gli illuminati imprenditori che anima- rono i suoi sviluppi.

Il filatoio di seta del Santuario d’Oropa venne acquistato nei primi decenni dell’Ottocento da Maurizio e Rosa Sella, che ebbero ampia discendenza, tra cui Giuseppe Venanzio e Quintino, legatissimi tra loro. Dalla fitta corrispondenza di lettere e di intenti che intercorre tra i due fratelli emergono il forte impegno e la passione che dedicarono a tanti fronti: l’industria, la scienza, la politica e, non ultima, la fotografia. Vediamo Quintino che – a Parigi grazie alla borsa di studio governativa per specializzarsi all’École de Mines – incita il fratello a perfezionare le sue conoscenze in chimica e arte tintória e ad avvicinarsi alla fotografia; e Giuseppe Venanzio che non tarda a realizzare il progetto durante una lunga permanenza con la moglie Clementina nella capitale francese.

Qui, oltre alle nuove tecniche della tintoria studia quelle fotografiche per poi introdurre tali conoscenze a Biella e nell’Italia in via di unificazione, determinando il successo dell’azienda tessile familiare e la stesura del Plico del fotografo, ovvero Arte pratica e teorica di disegnare uomini e cose sopra vetro, carta, metallo, ecc. col mezzo della luce, primo completo manuale di fotografia in italiano.

Siamo nel 1856 e la validità del suo contenuto è sottolineata dalla pronta traduzione e diffusione in quella Francia che, insieme all’Inghilterra, aveva dato i natali alla fotografia.


Ecco spiegato il titolo della mostra, L’altra macchina.

Un industriale biellese e l’affermazione della fotografia in Italia: a fianco delle macchine tessili – i filatoi meccanici prima e i telai meccanici dopo – la macchina fotografica, studiata e divulgata da un industriale, Giuseppe Venanzio Sella, incline alle nuove scoperte e forte di vasta cultura. Non stupisce che suo figlio Vittorio ne raccolga in seguito i frutti divenendo un grande fotografo.


La Fondazione Sella, che conserva e valorizza il patrimonio morale e documentale della famiglia e della comunità, è testimone di tante storie che si intrecciano fittamente nel tempo, lungo il filo della tradizione come “innovazione ben riuscita”, secondo la definizione di Oscar Wilde. Una vocazione al racconto che si esprime nelle molteplici azioni divulgative, come questa mostra e la collana di Quaderni giunta ora al terzo volume.


Angelica Sella
Presidente
Fondazione Sella